La rinascita di “Scar” una Fender Stratocaster del 1966 in finitura Dakota Red – seriale 133746

Questa non è solo la storia di una bella chitarra, acquistata nuova di zecca nel 1966 e conservata per oltre 6 decenni dallo stesso proprietario, ma anche una grande storia di Restauro e Rinascita, resa possibile grazie alla Ricerca delle origini dello strumento.

***

Partiamo dalla chitarra, che fa parte di un lotto di produzione  di Dakota Red Stratocaster realizzate alla fine del 1965, e completate all’inizio del 1966,  ordinate dal distributore italiano Fender Casale Bauer.  Presenta le caratteristiche tipiche di fine 1965, paletta grande, tasti “large” di fabbrica, pickup a fondo grigio dei primi anni ’66, (ancora costruiti allo stesso modo di quelli del 1965),  potenziometri “stackpole”, battipenna in celluloide bianca color “porcellana” e plastica bianca leggermente ingiallita.

La chitarra ha un segno distintivo di usura sulla finitura del corpo appena sotto il ponte, che sembra una “cicatrice”, guadagnandosi così il suo soprannome.

***

La chitarra è stata venduta nel 2019 dal suo primo proprietario, come esemplare completamente originale. Solo in seguito però (e troppo tempo dopo l’acquisto) l’acquirente si rese conto dell’esistenza di una riparazione (non rivelata al momento della vendita) fatta sulla parete laterale della tasca del manico, dove c’era un piccolo scasso sul legno per facilitare l’accesso al truss rod.

Niente di male, naturalmente, ma chi spruzzò la vernice di ritocco sulla piccola riparazione del legno non attese che la vernice asciugasse interamente, così il manico ha ottenuto un caratteristico “segno rosso” di colore, presente proprio sopra alla data, che è, per la cronaca, marzo 1966.

Perché questo è importante? Perché il suo nuovo proprietario, preoccupato dall’aver scoperto questa riparazione, e anche un po’ infelice del fatto che non gli fosse stata rivelata dal venditore, ha iniziato a dubitare dell’integrità dell’intera chitarra, soprattutto se il manico fosse mai appartenuto davvero a questo strumento dal primo giorno in cui ha lasciato la fabbrica.

In questi casi si viene sempre a creare una sensazione ambivalente, infatti una parte di noi vorrebbe liberarsi dello strumento, mentre un’altra vorrebbe comunque tenerlo.

Dal momento che il corpo mostrava molta usura, mentre il manico era pressoché perfetto, in condizioni davvero notevoli, pensò di aver trovato ulteriore evidenza sul fatto che non potesse essere stato abbinato al corpo fin dal primo giorno.

Ma poiché amava il suono della chitarra, decise di personalizzare lo strumento con un altro manico del 1964 che era montato sulla sua “player grade” strat da concerto, e lì è rimasto, dato che lo strumento così riconfigurato (come spesso accade con le Fender) suonava meravigliosamente.

Così decise di installare il manico originale della Dakota Red Stratocaster sulla sua Stratocaster Sunburst del gennaio del 1967, il cui corpo era in condizioni originali impeccabili mentre non si poteva dire lo stesso del manico.

Lo strumento, infatti, fu acquistato da un importante negozio degli Stati Uniti con un manico in pessime condizioni, prodotto ben due anni più tardi rispetto al body, alla fine del 1968, riverniciato, con la tastiera assottigliata, fori aggiuntivi di altre meccaniche ed una strana rimodellazione sulla paletta. In questo caso, era chiaro che non fosse nato con il body fin dal primo giorno.

Quindi, in un certo senso, si sentiva come se avesse restaurato due chitarre allo stesso tempo, dal momento che il manico in condizioni eccellenti del 1966 si abbinava perfettamente al corpo altrettanto ben conservato del 1967.

Login or signup to read the article and enjoy the gallery
*
*