
Se trovare una bella chitarra Fender anni ’60 in Custom Color è il sogno di tutti, scoprirne una prodotta negli anni ’50 è una vera utopia!! Considerate dei veri e propri “unicorni” per i collezionisti, sono in tutto e per tutto dei tesori da scoprire.. Questo è il caso di questa incredibile Fender Stratocaster del 1958, nella splendida finitura nera originale di fabbrica.
Questa è la storia di un’incredibile scoperta, che inizia molto tempo fa, a metà degli anni ’50, quando la band “The Shades” si formò a Port Arthur, in Texas, da un gruppo di studenti universitari, con Johnny Preston come cantante, Everett “Johnny” Wilson come chitarra ritmica; Butch Crouch alla chitarra solista, Dale Gothia, sax; Larry Barbin, basso; e Mike Akin, batteria. “The Shades” Erano praticamente una band R&B piuttosto che un gruppo rock and roll.
Nel 1958, i due chitarristi Everett “Johnny” Wilson e Butch Crouch acquistarono due nuovissime Fender Stratocaster nel 1958, una in colore sunburst e una in colore nero, quando la band divenne un impegno a tempo pieno e di successo, tanto da attirare l’attenzione di un disc jokey e compositore locale, J.P. Richardson, noto come “Big Bopper”, e del suo manager, Mr. Bill Hall, che entrò in un club in cui la band stava suonando una sera.
“Suonavamo sei sere a settimana in circa tre o quattro club diversi“, ricorda Preston. “In un particolare sabato sera, non sapevo che Bill Hall e J.P. Richardson – The Big Bopper – fossero tra il pubblico. Erano venuti ad ascoltarci senza dirlo a nessuno. Immagino che se non fossimo stati bravi, non sarebbero tornati a trovarci. Era al Twilight Club di Port Neches. Fu allora che ci conoscemmo e iniziai ad andare alla stazione radio. “
Richardson e Hall volevano registrare Preston, ma lui fu sorpreso dalla canzone che volevano che lui incidesse, una novità che Richardson aveva scritto chiamata Running Bear che era carina e orecchiabile ma ben lontana dal materiale che Preston stava cantando con gli Shades. Preston ammettè che “non gli importava molto, davvero”, ma accettò di registrare la canzone, così come My Heart Knows, una ballata scritta insieme a Richardson. Spiegò a Colin Escott: “Sono andato avanti e l’ho fatto comunque, però, perché pensavo che avremmo potuto chiedere più soldi per la band se avessimo avuto un disco in uscita. “
Sfortunatamente, Richardson morì il 3 febbraio 1959, poco dopo che Running Bear fu inciso, nello stesso tragico incidente aereo dell’Iowa che uccise Buddy Holly e Ritchie Valens (“il giorno in cui la musica morì”), e non fu chiaro per un certo periodo se la canzone sarebbe stata pubblicata. Catturò l’attenzione di Art Talmadge di Mercury, con il quale Hall aveva un accordo di produzione-rilascio (che coinvolgeva anche altri talenti della Gulf Coast di Hall, come Benny Barnes, Jivin’ Gene e Rod Bernard). La Mercury pubblicò Running Bear b/n My Heart Knows sul singolo 71474 della Mercury nell’estate del 1959. Sembrava solo un successo minore, ma esplose ampiamente nel dicembre di quell’anno, raggiungendo il numero uno e rimanendo nella Top 40 per quattordici settimane.
Preston, che aveva iniziato un tour con gli Shades dopo l’uscita del disco, divenne improvvisamente una star, e il disco divenne un enorme successo negli Stati Uniti ma anche nel Regno Unito, dove gli Shades andarono in tour nel 1960 davanti alla Regina d’Inghilterra!
Everett “Johnny” Wilson suonò negli “The Shades” professionalmente fino al 1964, quando si sposò e smise di fare la vita del musicista, mettendo da parte la sua chitarra e il suo amplificatore.
Ora ci catapultiamo nel 2022, quando la vedova di Johnny e suo figlio hanno deciso di vendere la sua attrezzatura, e si sono messi in contatto con John Shults, proprietario del negozio TrueVintageGuitar, di Birmingham Alabama. John si reca a Port Arthur, in Texas, per incontrare la famiglia del proprietario originale, e rimase molto sorpreso quando si trovò di fronte ad un “twin amp” del 1960 in tolex blonde, un “Deluxe” del 1958 in tweed e, naturalmente, l’incredibile Fender Stratocaster del 1958 in factory black finish.