Il restauro della Stratocaster 1964 candy apple red di Rudy Pensa

In futuro, ogni proprietario di strumenti Vintage presto o tardi si dovrà confrontare con qualche necessità di Restauro ai legni, alle finiture, alla parte elettronica o all’hardware. Sebbene questo tipo di riparazioni venissero già effettuate in passato nei modi più disparati, spesso secondo la filosofia del “fai da te”, in modo rapido ed economico, (in fondo erano soltanto “vecchie chitarre”…) oggigiorno questo tipo di approccio non è più accettabile, e i Restauri Professionali sono oggi l’unica maniera di riportare all’origine uno strumento d’epoca nel rispetto della sua storia.

Non è sempre vero che il giusto approccio ad un restauro debba richiedere una trasformazione radicale o un lavoro invasivo, al contrario, una delle più note massime del movimento Bauhaus “meno è più”, dovrebbe essere la “luce guida” di ogni aspirante Liutaio Restauratore. Infatti, quando ci viene chiesto di restaurare uno strumento Vintage, è fondamentale determinare quali lavori siano assolutamente necessari per riportare lo strumento ad un utilizzo professionale, senza effettuare lavorazioni invasive o non reversibili, che possano irrimediabilmente pregiudicare la patina, l’età o il “mojo” dello strumento.

Ad esempio, se si ricostruisce scrupolosamente la finitura con materiali e procedure corrette, non sarà necessario alcun “relic” per farla sembrare “giusta”. Il Relic infatti, il più delle volte non è altro che una scusa o una via di fuga sicura per coprire un lavoro finale “così così”, mentre il Tempo è ciò che farà sempre la differenza per ottenere un vero e proprio “invecchiamento” degno di questo nome. Ma nemmeno il “Tempo” può fare miracoli se la finitura non è stata realizzata nei materiali e procedure corrette.

Questa è la ragione per cui i Maestri Liutai del ToneTeam investono tutto il tempo necessario per capire quali siano esigenze ed aspettative dei clienti, e quale sia la via migliore per soddisfarle, cercando di ridurre i lavori da effettuare a quelli strettamente necessari.

Quando il mitico Rudy Pensa ha chiesto al ToneTeam di occuparsi del restauro di alcune delle chitarre della sua Collezione Vintage, lo spirito dei lavori è stato esattamente quello di riportare le chitarre alla loro bellezza ed aspetto iniziali, ripristinando le parti non originali laddove necessario, così come le finiture, compromesse in passato dai precedenti proprietari.

Oggi, per Vintage Vault, siamo felici di presentare uno strumento stupendo, una Fender Stratocaster prodotta a fine 1964, inizio 1965, con una bellissima finitura Candy Apple Red, numero di serie L40725

La chitarra è arrivata con un look “naturale”, visto che il body era ormai privo di vernice e così abbiamo deciso di riportarla all’aspetto che aveva in passato, vista l’evidenza della finitura candy apple red all’interno delle cavità. A parte il lavoro di rimozione della finitura sul corpo e una modifica per humbucker fatta molto tempo fa, lo strumento è rimasto in buone condizioni con tutte le parti originali importanti ancora presenti.

Il nostro maestro liutaio del ToneTeam Romano Burini ha dapprima restaurato la modifica per alloggiare il pickup humbucker con un inserto in ontano appropriato, per poi preparare il corpo per il restauro finale, mantenendo con cura contorni, spessori e sagomature originali. Ha quindi applicato una finitura Candy Apple Red corretta per il periodo, dalla base gialla sul legno, al primer bianco, alla base metallizzata, ed alla finitura rosso ciliegia trasparente che precede le mani finali di trasparente protettivo.

In accordo con Rudy, non è stata “reliccata” artificialmente la finitura, conferendole solamente una patina e una “filigrana” superficiale molto bella e le “mitiche” crepe della nitro, davvero di grande effetto sui colori metallizzati.

Le condizioni, molto buone, della vernice originale del manico e delle parti infatti, ci hanno fatto propendere per quello che al custom shop Fender definirebbero come “closet classic”. La ragione per cui tempi addietro qualcuno rimosse la finitura non la sapremo mai, ma era tipico negli anni ’70 vedere  chitarre portate al “naturale”, così come era di moda in quel periodo.

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